L’intervento di Gabriella Megale a “Connessi al futuro”.

Ci troviamo nel bel mezzo della Quarta rivoluzione industriale la cui protagonista indiscussa è l’impresa che attraverso lo strumento dei DIH del sistema Confindustria e i Pid del sistema camerale può realmente attuare una grande rivoluzione.

Ma Industry 4.0 non significa solo quarta rivoluzione industriale.

La quarta rivoluzione, a dispetto della sua connotazione industriale, è soprattutto una rivoluzione socio-culturale ….. serve un elettroshock culturale

E’un’occasione epocale per sfruttare a nostro vantaggio il progresso tecnologico , che ha abbassato le barriere all’entrata proprio per le PMI.

Potremo uscire da questa fase con imprese individualmente più forti e più competitive se riusciremo a pensare ed agire come Sistema

Bisogna :

Ripensare il modello di business

Ri-disegna il sistema produttivo

Riorganizzare la nostre aziende

In questa logica, le aziende possono ridisegnare la loro filiera produttiva seguendo formule molto diverse dal passato.

Il paradigma che molti hanno in mente dell’impresa 4.0 ci porta ad ottimizzare le singole fabbriche, connettendo le macchine.

Ora dobbiamo andare oltre e connettere tra loro anche le imprese in modo da riuscire ad aumentare la produttività dell’intera filiera.

Allora la vera sfida diventa potenziare la filiera produttiva e connettersi al futuro!

Secondo uno studio di McKinsey sono 4 i pilastri sui quali si fonda la nuova industria ed il nuovo modo di progettare, produrre e vendere.

In primo luogo i dati ; il numero impressionante di dati reperibili ed utilizzabili grazie alla connessione rappresenta un’opportunità di business con la loro gestione e la connettività tramite lo strumento dei Big Data, l’internet delle cose e la tecnologia cloud;

Poi L’analisi poiché raccogliere i dati rappresenta l’inizio, poi vanno elaborati e analizzati per poter pianificare strategie.

Altro pilastro è rappresentato dall’ interazione uomo-macchina, che si esprime mediante interfacce più semplici ( touchscreen, riconoscimento di gesti, voce ); oggi un imprenditore può provare ed interagire con un prototipo di una macchina industriale che si trova dall’altra parte del mondo senza alcun contatto fisico.

Infine i processi di trasferimento con cui le informazioni digitali modificano o creano oggetti fisici. Si pensi alla stampa 3D. Dal mondo virtuale a quello reale, grazie alle stampanti 3D, i robot collaborativi .

Questo ci fa comprendere come il corretto uso dei dati e delle informazioni può diventare un fattore differenziale di competitività.

Oggi anche un’impresa manifatturiera non può più permettersi di fare a meno di considerare i dati (dei clienti, della fabbrica ecc.) come una reale fonte di creazione di valore.

Poi, c’è l’aspetto delle skills 4.0, quello più importante.

Basti pensare che le nuove tecnologie sono entrate nella quotidianità dei consumatori ancor prima del loro ingresso in fabbrica. Le persone sono “connesse” già da qualche decennio, mentre solo da pochi anni parliamo di connettività delle macchine. È necessario un “revamping” delle competenze a tutti livelli aziendali, a partire dagli imprenditori e dai manager che dovranno guidare la trasformazione 4.0.

Oggi è imperativo valorizzare il know-how di chi lavora in azienda adeguandone le competenze e contemporaneamente investire sui giovani che sono il potenziale di crescita per le imprese e per la società, introducendo anche percorsi formativi tecnici adeguati ad innalzare il livello di competenza.

Tutto questo in un’ottica di “made in Italy 4.0” e una rilanciata competitività della produzione industriale del paese anche su scala internazionale.

Oggi il governo propone un vero e proprio patto di fiducia con il mondo delle imprese che vogliono crescere ed innovare poiché non esistono settori innovativi e settori che non lo sono , ma solo aziende che cogliendo l’opportunità del nuovo cambio di paradigma possono attivare misure automatiche di supporto agli investimenti senza vincoli dimensionali, settoriali o territoriali.

E’una nuova Politica, fatta di Fattori, non di settori.

I dati sembrano avvalorare positivamente le scelte fatte poiché dicono che la crescita globale si è consolidata e inducono a rivedere a rialzo le previsioni.

Le stime del PIL italiano vengono ritoccate all’insù ; + 1,5% nel 2017 e +1,3% nel 2018 rispetto alle previsioni di inizio anno che erano rispettivamente del 1,3% e 1,1 %.

Complessivamente gli investimenti fissi lordi, depurati dei mezzi di trasporto valgono un aumento degli ordinativi interni in macchinari ed altri apparecchi che vede una variazione del 12,8% a luglio rispetto allo stesso periodo del 2016; un +10,1% sulle apparecchiature elettriche ed elettroniche con un risultato finale quale media ponderata al netto delle manutenzioni di +9,5%.

Tra gli imprenditori, in particolare tra quelli manifatturieri, l’indice di fiducia è salito in agosto raggiungendo il massimo valore dalla prima metà del 2008; sono salite le aspettative come vedasi dal grafico di seguito riportato

Gli esiti del 2018 dipenderanno anche dagli incentivi agli investimenti, dalla durata effettiva e dalle reali risorse che verranno realmente messe in campo da noi imprenditori.

Oggi vogliamo parlare delle sfide dell’innovazione, dell’interconnessione , della rivoluzione del sistema delle nostre imprese e della necessità di potenziare le filiere produttive

Sono certa che gli autorevoli relatori della tavola rotonda che seguirà riusciranno a fornirci indicazioni immediatamente applicabili per orientare le nostre scelte imprenditoriali.

Ringrazio tutti per l’attenzione che mi avete riservato rammentando l’invito di questo pomeriggio:

CONNESSI AL FUTURO : perché noi dobbiamo e vogliamo lavorare con le imprese e per le imprese.

Buona rivoluzione a tutti !

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