Muore Silvio Berlusconi

È il momento in cui si tirano le somme: chi è stato Silvio Berlusconi? Di certo nulla di dimenticabile o marginale. Nel bene e nel male ha disegnato ed inventato un’epoca, un approccio diverso alla gestione della cosa pubblica che, per chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo nelle prime ore della sua discesa in campo, ha costituito un sogno. Il sogno di un’Italia più forte, più grande, più immensa, più degna degli italiani. Ci è riuscito? Ai posteri l’ardua sentenza, visto che è stato per ben 4 volte premier. Il mondo ce lo invidia, ma lo sappiamo solo oggi, oggi che non c’è più. Ha accarezzato anche lui un sogno: diventare Presidente della Repubblica. Non gli e’ stato concesso proprio da quelli più vicini a lui. Un uomo che ha fatto e dato immensamente e che poteva tranquillamente godersi i suoi miliardi che è stato pluritradito, dieci, cento, mille volte. Da uomini e da donne che senza di lui erano delle emerite nullità, da show girls a ministri, da saltimbanchi a fondatori del partito più antico ad oggi, da maestrini a opinion leaders e che oggi dovrebbero fare un sano mea culpa e ritirarsi a vita privata. Sono certa che invece saranno lì al Duomo di Milano in prima fila a rappresentare la loro pochezza e il loro pressappochismo. Silvio Berlusconi non nascerà più e, pur non avendo avuto neanche l’infinitesima parte di quello che hanno avuto i su citati, io non lo dimenticherò mai. Perché ha acceso dentro di me una passione politica di speranza che mi ha dato la forza di sostenere e continuare a sostenere il partito che abbiamo fondato per quasi 30 anni. A dispetto di chi lo ha voluto popolato di yes man e yes woman, di un popolo asfittico per poter rappresentare sempre e solo se stesso. Cioè, il nulla! Cosa piangere? L’emozione di un discorso politico e del suo progetto ascoltando le note di una canzone che non è Azzurra Libertà, ma Forza Italia. La morte di Silvio ci dirà qualcosa di più e ci guiderà verso la rinascita di un partito che, in Basilicata, stava per raccogliere le sue ceneri. Grazie Presidente, per prima, per oggi e per domani.

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