Non è l’Italia ad uscirne sconfitta.

Lo spettacolo indecoroso che si è consumato sul palcoscenico della politica in quest’ultima settimana urla chiaramente la morte della politica in Italia. Sergio Mattarella viene RIELETTO capo dello Stato Italiano per la seconda volta, non per meriti suoi, ma per demerito di tutti. Una pillola difficile da ingoiare per chi ha creduto nei valori sociali, impossibile da digerire per chi ha sperato in un domani più giusto. Il verdetto condanna e toglie definitivamente la parola, in primis, a tutte le parlamentari che, se avessero solo intuito (non capito perché era difficile) la portata storica del momento, avrebbe votato TUTTE una qualsiasi e l’avrebbero eletta. Sì, una qualsiasi tra loro. Già, perché se una donna diventa parlamentare vale almeno tre volte ciò che è un uomo di pari grado….. questo se lo sono dimenticato in questi ultimi giorni, prese e come erano dalla foga di primeggiare anch’esse, una per una. Muoia Sansone con tutti i filistei! La vergogna si centuplica ancor più volgendo lo sguardo verso quell’universo immeritatamente intitolato come quello degli uomini. La classificazione del grande Totò tra uomini, ominicchi e quaquaraqua’ è un eufemismo rispetto alle performance di tutti loro dinanzi e, ancor più, dietro le telecamere. Lo stesso “neo” presidente della Repubblica Italiana non trova profondità ne’ nello sguardo ne’ nelle parole. Si limita ad attribuire alla pandemia sanitaria ed economica il giogo della scelta della sua rielezione, ma l’espressione del suo volto tradisce un intimo scherno e la sua comunicazione è anni luce dal messaggio di fine anno agli italiani. Deluso ed esterrefatto anch’esso non trova altro da restituire alle telecamere se non un sorriso amaro per il funerale politico di cui è protagonista. No, non  sono gli italiani ad aver fallito ne’ tantomeno il Paese, ma la classe dirigente che non dirige nulla, eletta da una sparuta percentuale di elettori che non avrà mai un primo guizzo di dignità andandosene a casa e che va, pertanto, mandata a casa. Tutta. Non c’è altra scelta.

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