Basiliskos, pubblicato il quarto numero della rivista lucana di studi storici.

È stato pubblicato nei giorni scorsi il quarto numero di Basiliskos, la rivista annuale di studi storico-umanistici che accoglie originali contributi su tematiche e personalità di rilievo che interessano la Basilicata. Edita dalla casa editrice Edigrafema, l’iniziativa è promossa dall’Istituto di studi storici per la Basilicata meridionale (Issbam) e si rivolge sia agli addetti ai lavori sia ai lettori appassionati della materia.

“Siamo riusciti a ritrovare le necessarie forze intellettuali e materiali per rilanciare, in rinnovata sinergia con l’editore, un efficace strumento di conoscenza del territorio lucano” scrivono nell’introduzione il coordinatore del progetto editoriale, Carmine Cassino, e il presidente dell’Issbam, Antonio Boccia

È Vita Giulia Manes ad aprire la prima sezione ‘Storia e storie dal territorio’ con “Gli affreschi della chiesa antica dell’Abbazia della SS. Trinità di Venosa”, luogo tra i più suggestivi della Basilicata, scrigno di storia, arte e fede ancora poco approfondito da studi specialistici.

Segue il contributo di Mariano Mastropietro intitolato “Carbone in età moderna: territorio, popolazione, contesto urbano”, frutto di un impegnativo percorso di studi e ricerche confluite in un lavoro di più ampio respiro, prossimo alla pubblicazione.

Cristoforo Magistro, in “Bernalda come Bisanzio. La difficile democrazia (1913-1920)”, prende in esame le vicende politiche e amministrative di Bernalda fra il 1913, l’anno del suffragio universale maschile, e il 1920, che segna la fine del biennio rosso ma si caratterizza per i sanguinosi tumulti che si verificarono. La città che l’autore ricostruisce nel suo saggio è quella del numeroso e vivace bracciantato e di un ceto proprietario attento alle proprie prerogative.

Nella sezione ‘Approfondimenti’, tre contributi utili a saperne di più su ambiti di studio non percorsi nelle precedenti pubblicazioni, eppure di assoluta preminenza. I primi due inseriscono il caso lucano in una trattazione più ampia: si comincia col prezioso contributo di Andrea Romanazzi, che ne “Il Culto della Grande Madre, i suoi simboli e la decodifica in Lucania e nell’area mediterranea” illustra il culto femminile della Grande Madre nella macroregione mediterranea. Partendo dalle grotte-santuario, l’articolo prende in esame le differenti manifestazioni di questa religione primordiale per mettere in evidenza tratti e caratteristiche comuni. Successivamente l’autore focalizza l’attenzione sulla Lucania, terra che, a differenza di quanto si possa credere, è fortemente legata al culto della Grande Madre come testimoniano i ritrovamenti a Garaguso e a Vallo.

Segue poi il florido studio di Nicola Cosentino “La grande naturalizzazione brasiliana del 1891 e gli emigranti italiani, in cui il giurista lauriota prende in esame due casi che hanno coinvolto lo Stato italiano in relazione all’acquisto e alla perdita della cittadinanza di persone non presenti sul suolo nazionale. Il primo è quello della grande naturalizzazione degli italiani che si trovavano in Brasile il 15 novembre 1889, giorno della proclamazione della Repubblica. Il secondo è quello degli abitanti del Dodecaneso Italiano (detto anche Isole Italiane dell’Egeo), occupato dall’Italia a partire dal 26 aprile 1912 fino alla fine della seconda guerra mondiale. L’articolo è uno strumento valido per addentrarsi nelle forme giuridiche con cui si è deciso di delimitare gli aventi diritto alla cittadinanza brasiliana e italiana e le conseguenze sul piano dei rapporti tra autorità e cittadini degli Stati coinvolti. Vicende che interessano da vicino la storia della popolazione lucana, per l’alto numero di emigranti che dovettero fronteggiare queste complicazioni giuridiche.

Angela Brindisi con “Da Via Appia (1950) di Vittorio Gallo a Terra di bonifica (1955) di Luigi Scattini. La Riforma Agraria nei documentari girati in Basilicata negli anni Cinquanta”, ci riconduce in una dimensione più prettamente regionale, ma di assoluta proiezione interculturale: la produzione documentaristica di propaganda politica e sociale in Basilicata. Nel 1951 Alcide De Gasperi istituisce il Centro di documentazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’intento di utilizzare il cinema per promuovere le iniziative governative, in primis quelle relative alla ripresa socioeconomica dell’Italia, con particolare riferimento al Sud, offrendone un’immagine di alta credibilità. Questo è l’obiettivo che si prefiggono i documentari di propaganda, tanto quelli governativi, quanto quelli filogovernativi, prodotti da compagnie private, per tutti gli anni Cinquanta. In linea con la tendenza generale e nazionale, all’interno della filmografia lucana di quel decennio, un posto privilegiato viene riservato a quelle opere che promuovono gli effetti positivi della Riforma agraria, dei fondi della Cassa per il Mezzogiorno e, in misura minore, dell’European Recovery Program.

Il volume si chiude inaugurando la sezione ‘Giovani storici crescono’. Lo studio di Giuseppe Ordile, neolaureato in storia contemporanea all’università di Basilicata sotto la guida del professor Donato Verrastro, seppur non focalizzato su un tema di storia o cultura lucana, è utile a mettere in luce la capacità di ricerca e scrittura che l’accademia lucana è in grado di infondere ai suoi discenti. Ne “Le spedizioni garibaldine in Grecia (1866-1912)” il giovane autore riflette su analogie e influenze reciproche che corrono tra il Risorgimento italiano e quello greco.

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