Assessore D’Ottavio: Mother Fortress è un film per riflettere sul dramma siria.

“Siamo tutti invitati a riflettere su quanto è accaduto in Siria e, per chi come noi potentini ha ancora segnato nella memoria e nel cuore quanto accadde il 23 novembre di 41 anni fa, ci è parso doveroso, come Amministrazione, patrocinare l’iniziativa che porta in città il film documentario Mother Fortress, della nostra concittadina, brava e giustamente apprezzata a livello internazionale, Maria Luisa Forenza”. Queste le parole dell’assessore alla Cultura del Comune di Potenza, Stefania D’Ottavio alla vigilia della proiezione del lungometraggio in programma martedì 23 Novembre 2021 alle ore 20,30, al CineTeatro Don Bosco. Prevista la testimonianza di Don Georges Zakher, Salesiano e Cappellano militare in congedo (nato in Iraq, vissuto in Siria, con studi teologici in Italia, poi al servizio di Esercito e Aeronautica militare), oltre alla partecipazione di Ida Guglielmotti, giornalista che per Radio InBlu 2000 cura la rubrica ‘Le Donne per esempio’. L’appuntamento sarà preceduto, per coloro che vorranno, da un seminario promosso dall’Azione Cattolica della Diocesi di Potenza, moderato da Giancarlo Grano, dalle ore 19 alle ore 20, sul tema ‘Sguardi che rileggono: dalla realtà al cinema’. Maria Luisa Forenza, vivendo in prima persona i luoghi di una pellicola che restituisce immagini di memoria della vita ordinaria perduta in Siria, fra detriti di guerra, filmando in prima linea la coraggiosa resistenza degli innocenti, a cominciare da Madre Agnes, la suora protagonista della missione umanitaria narrata. “Madre Agnes, – spiega la Forenza – assieme a monaci, monache provenienti da Francia, Belgio, Portogallo, Libano, Cile, Venezuela, Colorado-USA (di cui alcuni ex-giornalisti), affronta gli effetti della guerra in Siria sul suo monastero, situato ai piedi delle montagne al confine con il Libano dove ISIS insidiosamente si nasconde. Nonostante sia esso stesso obiettivo di attacchi, il monastero accoglie orfani, vedove, rifugiati (cristiani e sunniti), vittime di una guerra fratricida che dal 2011 ha prodotto caos e devastazione. Organizzando un convoglio di ambulanze e camion, che percorrono strade controllate da cecchini, Madre Agnes persegue la rocambolesca missione di fornire aiuti umanitari (cibo, vestiti, medicine) ai siriani rimasti intrappolati nel paese. Esplorazione non della guerra, ma della condizione umana in tempo di guerra, il film è un viaggio fisico e spirituale, una ‘storia d’amore’ con destinazione Roma dove il senso del racconto si rivela”.

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