Pasqua: Cristo è Risorto veramente!

Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la password di questa settimana è Pasqua. Una parola che indica una festa che orami è parte integrante della nostra tradizione culturale e religiosa. Sicuramente oggi ci scambieremo gli auguri e condivideremo insieme i dolci tipici di questo tempo: uova di cioccolato, colombe, ecc.; pasqua è un momento di gioia dove ci auguriamo le cose più belle: pace, gioia, unità. Vorrei, però, richiamarvi quello che è il significato cristiano di questa parola. Pasqua, per noi cristiani significa, infatti, fondamentalmente una cosa, anzi un evento: Gesù Cristo è veramente risorto! Alle donne recatesi al sepolcro, il mattino di Pasqua, l’angelo disse: “Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto!” (cfr. Mc 16, 1-8). Ci chiediamo: ma è veramente risorto, Gesù? Quali garanzie abbiamo che si tratta di un fatto realmente accaduto, e non di una invenzione della chiesa o di una suggestione? San Paolo scrivendo a non più di venticinque anni di distanza dai fatti, elenca tutte le persone che lo hanno visto dopo la sua risurrezione, la maggioranza dei quali era ancora in vita. Dice, infatti: “A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè: che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa [S. Pietro] e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 8Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto”. (1 Cor. 15,1-8). Di quale fatto dell’antichità abbiamo testimonianze così orti come di questo?Ma a convincerci della verità della risurrezione di Cristo è anche un’osservazione generale. Al momento della morte di Gesù i discepoli si sono dispersi; il suo caso era dato per chiuso: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele” (cfr. Lc 24,21), dicono i discepoli di Emmaus. Evidentemente i discepoli non speravano più! Ed ecco che, improvvisamente, vediamo questi stessi uomini proclamare unanimi che Gesù è vivo, affrontare, per questa testimonianza, processi, persecuzioni e infine, uno dopo l’altro, il martirio e la morte. Che cosa ha potuto determinare un cambiamento così totale, se non la certezza che egli era veramente risorto? Non possono essersi ingannati perché hanno parlato e mangiato con lui dopo la sua risurrezione; e poi erano uomini pratici, tutt’altro che facili ad esaltarsi. Essi stessi sulle prime hanno dubitato e hanno opposto non poca resistenza a credere. Neppure possono aver voluto ingannare gli altri, perché, se Gesù non era risorto, i primi ad essere traditi e a rimetterci (la stessa vita!) erano proprio loro. Senza il fatto della risurrezione, la nascita del cristianesimo e della Chiesa diventa un mistero ancora più difficile da spiegare che la risurrezione stessa!Questi sono alcuni argomenti storici, oggettivi, ma la prova più forte che Cristo è risorto, è che è vivo! Vivo, non perché, lo teniamo in vita parlandone, ma perché lui tiene in vita noi, ci comunica il senso della sua presenza, ci fa sperare. “Tocca Cristo chi crede in Cristo” diceva S. Agostino e i veri credenti fanno l’esperienza di quanto sia vera quest’affermazione. Quelli che non credono alla verità della risurrezione hanno sempre avanzato l’ipotesi che si sia trattato di fenomeni di autosuggestione; gli apostoli hanno creduto di vedere Cristo risorto. Ma questo, se fosse vero, costituirebbe, alla fine, un miracolo non meno grande di quello che si vuole evitare di ammettere. Supponiamo, infatti, che persone diverse, in situazioni e luoghi diversi, abbiano avuto tutte la stessa allucinazione. Le visioni immaginarie arrivano di solito a chi le aspetta e le desidera intensamente, ma gli apostoli, dopo i fatti del venerdì santo, non aspettavano più nulla.La risurrezione di Cristo è, per l’universo spirituale, quello che fu il Big bang per l’universo fisico: un’espansione energia tale da imprimere al cosmo quel movimento di espansione che dura ancora oggi, a distanza di miliardi di anni. Togli alla Chiesa la fede nella risurrezione e tutto si ferma e si spegne, come quando in una casa cade la corrente elettrica. San Paolo scrive: “se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10,9). “la fede dei cristiani è la risurrezione di Cristo” diceva S. Agostino. Tutti credono che Gesù sia morto, anche gli atei e gli agnostici lo credono. Ma solo i cristiani credono che Gesù è anche risorto e non si è cristiani se non lo si crede.

In conclusione, auguro a ciascuno di voi, cari lettori e lettrici, di crescere nella fede della risurrezione di Cristo, di fare esperienza sempre più di quanto lui sia “realmente” vivo e che possa donare a ciascuno di voi i doni e i frutti della sua pasqua: la gioia, la pace e il dono di un’esistenza nuova e risorta.

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