San Valentino festa degli innamorati .

Il motivo, o meglio, l’episodio per cui San Valentino è diventato patrono degli innamorati è avvolto dal mistero. Pare che la ragione sia da ricercare nel suo martirio. Sembra, infatti, che l’allora vescovo di Terni sia stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra una donna cristiana e un legionario romano pagano. La giovane era malata e la cerimonia si svolse in fretta. Secondo la leggenda i due sposi morirono insieme, mentre Valentino li benediceva. Secondo alcuni questa versione dei fatti non è però reale: il protagonista dell’episodio sarebbe stato un altro sacerdote. In base a un’altra leggenda Valentino avrebbe invece donato una grossa somma di denaro a una ragazza povera permettendole così di sposarsi. Il vero amore sa sfidare il tempo ,le difficoltà, le  ostilità,le incomprensioni e,basta a se stesso, come è scritto nei versi del poeta ispano-americano Pedro Salinas “Eterna Presenza”che riportiamo di seguito:

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti volevo intera.
Oggi più non chiedo
agli occhi e alle mani
le ultime prove.
Di stare al mio fianco
ti chiedevo prima;
sì, accanto a me, sì,
sì, però lì fuori.
A me già bastava
sentir le tue mani
darmi le tue mani,
sentire che ai miei occhi
tu davi presenza.

Ma adesso ti chiedo
di più, ben di più
di un bacio o uno sguardo:
di starmi più addosso
di me stesso, dentro.
Come il vento sta
donando, invisibile,
la vita alla vela.
Come sta la luce,
ferma, fissa, immobile,
facendo da centro
che non mai vacilla
al tremulo corpo
della fiamma inquieta.
Come sta la stella,
presente e sicura,
senza voce o tatto,
sul petto disteso,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è di essere l’anima
dell’anima mia,
sangue del mio sangue
dentro le mie vene.
È che tu stia dentro
di me come il cuore
mio, che io mai
vedrò, toccherò,
ma il cui palpitare
non sarà mai stanco
di darmi la vita
finché morirò.
E come lo scheletro,
segreto profondo
di me, che soltanto
mi vedrà la terra,
intanto però,
è lui che nel mondo
sostiene il mio peso
di carne e di sogno,
di gioia e di pena
misteriosamente
senza che degli occhi
lo vedano mai.
Quel che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza
per noi non sia fuga,
mancanza, oblio:
ma che per me sia
possesso totale
dell’anima lontana
eterna presenza.

La sacralità dell’Amore resta nel sacrificio dunque,nella rinuncia momentanea per un Bene superiore fatto di Attesa, di Pazienza, come dice San Paolo:” Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza”.Dunque non nei gesti rituali ,fiori, dolci,regali,tutte cose importanti ,ma in una goccia di bellezza contenuta nel sacrificio l’uno per l’altro, perchè è l’Amore che salverà il mondo,per ricordare  Fedor Dostoevskij che è fatto di Bellezza ed è Agape e donazione totale.

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