Autorità: Una vita che si fa dono e servizio.

Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la password che vi propongo questa settimana è Autorità. Quando pronunciamo questa  parola,  pensiamo immediatamente  a qualcuno che detiene un certo potere e lo esercita: un capo di stato sulla propria nazione e i cittadini che ne fanno parte, un genitore sui propri figli, un dirigente sulla propria scuola e gli alunni che ne fanno parte, un generale sui propri militari, ecc. In tutti questi casi il potere esercitato non necessariamente viene utilizzato per il male, ma può anche esserlo per il bene. Anche di Gesù nel vangelo si dice: “Si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mc 1,21-22). L’autorità che viene attribuita a Gesù di che tipo è? Qual è la sua natura? E soprattutto da cosa scaturisce? Diciamo subito che l’autorità di Gesù non è la stessa di quella intesa dagli uomini. Uno dei drammi più grandi che gli apostoli hanno dovuto superare, è stato quello di dover accettare un messia che non fosse un capo politico e non liberasse con la spada la Palestina dal dominio dell’Impero Romano, per instaurare un regno di Dio terreno, come tutti gli ebrei del tempo di Gesù si aspettavano. Gli apostoli hanno dovuto ben presto scontrarsi con un messia che, invece, proclamava che i più grandi sono i più piccoli, e che i primi – se vogliono essere realmente tali – devono diventare ultimi. Ma l’autorità di Gesù nasce soprattutto dal fatto che la sua vita non è stato altro che un continuo dono di amore e di servizio agli altri. L’autorità del Cristo è rappresentata chiaramente nel vangelo di Giovanni quando, nel contesto dell’ultima cena, Gesù si china a lavare i piedi dei suoi apostoli. Leggiamo, infatti: “Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse alla vita. Poi versò l’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto” (Gv 13, 3-5). L’autorità di Gesù ha qui la sua radice nel suo infinito amore per gli uomini che lo porta a chinarsi, ad abbassarsi per lavare loro i piedi. Essa non è potere che sottomette e schiaccia, ma amore che eleva la persona e le fa scoprire la sua dignità. Penso che l’autorità di Gesù debba essere modello per ciascuno di noi. L’autorità di Gesù era sempre un’autorità che faceva crescere le persone e le faceva sentire sempre più pienamente se stesse. D’altronde se cerchiamo l’etimologia della parola autorità in latino, vediamo che auctoritas deriva dal verbo augere che vuole dire proprio: aumentare, accrescere. Chi si accostava a Gesù sentendolo parlare, ricevendo i suoi gesti d’amore, veniva accresciuto, aumentato nella sua dignità e bellezza. Nella vita, cari lettori e lettrici, dobbiamo sempre distinguere autorità e autoritarismo. L’autoritarismo è una deformazione della autorità. Esso viene esercitato da quelle persone che per ottenere ascolto, obbedienza, consenso, impongono le proprie idee con la forza e talvolta anche con violenza. La persona autoritarista non educa mai nessuno, al massimo ottiene solo che si faccia ciò che desidera, a denti stretti e con tanto mormorare. L’autorità, invece, la vive quella persona che ama e si mette a servizio dell’altro e tutto ciò che dice nasce dalla sua esperienza personale ed interiore, e tutto ciò che fa lo compie con un unico scopo: il bene altrui. Così è stato per Gesù, così è stato per tanti santi, i quali erano seguiti da tante persone di ogni età, proprio perché amavano, perché vivevano ciò che annunciavano, perché cercavano il bene della persona che stava davanti a loro. Come non pensare in questo momento ad un Don Bosco, seguito e riconosciuto come un’autorità da tantissimi giovani, come non pensare ad Giovanni Paolo II, la cui voce catturava folle immense. È  ancora viva nelle mia mente l’immagine dei suoi funerali, ai quali anche capi di stato, potenti, si sono inginocchiati, riconoscendone la grandezza. Ma tutto ciò da dove deriva? Dall’aver vissuto una vita come dono e servizio, sull’esempio del Cristo. Cari lettori e lettrici, vi auguro in questa settimana di capire il senso vero dell’autorità e di metterla sempre in pratica nella vostra vita: dalla famiglia, al lavoro, alle relazione interpersonali, ovunque siate e vi troviate.

 

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