La parola alle donne.

Con un ritardo ancestrale si avvierà solo domani il dibattito, se così si può chiamare, sulla legge elettorale.

In Basilicata, dopo un’ attesa estenuante durata anni e anni, dopo essere riusciti con il sudore della fronte ad approvare lo Statuto Regionale, approda in prima commissione l’unica proposta di legge in merito alla legge elettorale. E’ del consigliere Piero Lacorazza del PD in un momento in cui, nel PD, la legge in questione è l’ultimo dei problemi. Senza tanti giri e raggiri, ciò che è nell’occhio del ciclone è l’inserimento o meno della doppia preferenza di genere. Tutte le donne lucane, almeno quelle che ci credono, sono col fiato sospeso rispetto a questa innovazione. C’è chi la vuole e c’è chi non la vuole. Ma un fatto è certo: la Basilicata è l’ UNICA regione italiana a non avere consigliere regionali. Nemmeno una. E l’unica assessora regionale non è lucana. Colpa di una legge elettorale inadeguata o di mancanza totale di complicità tra le rappresentanti del gentil sesso? Nessuna donna lucana ha voglia di fare politica e quelle all’altezza non accettano di mettersi in discussione?Il sistema lucano di potere consolidato non vede di buon occhio la figura femminile con Tutti i suoi valori aggiunti? Ai posteri l’ardua sentenza!! La parola deve tornare alle donne in una regione in cui si vedrà che segnale di civiltà verrà da un’assemblea fatta esclusivamente da uomini che dovrebbero legiferare su come fare harakiri. Una serie di scadenze elettorali sono alle porte, ma nessun segnale concreto da parte delle donne lucane. Attendono gli esiti dell’approvazione dell’unico disegno di legge che si avvicini ad un percorso per stirpe protetta e sono ben lungi dal prendere contezza che sono la maggioranza ed insieme si vince. Ma solo se lo si vuole davvero.

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