Fondazione Somma: riunirsi sotto la nostalgia del futuro.

Fondazione Somma: riunirsi sotto la nostalgia del futuro.

Individuare il nome di chiunque abbia contribuito allo sviluppo econonomico, sociale e culturale della nostra regione negli ultimi cinquantanni che non fosse presente allo start della Fondazione Somma al Park Hotel di questi ultimi giorni è impresa ardua o pressocchè impossibile.

C’erano tutti. Erano decenni che non si riusciva a mettere insieme tante menti, sentire e professioni in uno stesso posto e per un intero pomeriggio da ogni dove della Basilicata.

Tutti incollati sulle sedie o appoggiati alle colonne della sala convegni ad ascoltare relatori sì d’eccezione e dalla performance particolare,, ma soprattutto a stringersi in un abbraccio corale con la famiglia del grande Nino Somma.

Eravano lì tutti per lui e per testimoniare alla moglie e ai tre figli tutta la stima e l’affetto di un ricordo importante.

Un faro permanente acceso sulla Basilicata e sulle opportunità di sviluppo del territorio e delle imprese. Così la Fondazione Somma ha avviato le attività promuovendo un incontro su “La Basilicata nel Mezzogiorno” con la partecipazione di rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dell’economia.

Al centro del dibattito i principali driver di sviluppo regionali, visti anche nella prospettiva dell’evento internazionale del 2019 con Matera capitale europea della cultura.

Per l’occasione è stato presentato anche l’iniziativa di tutoraggio “connect.me” per accelerare l’emersione nel sistema economico e sociale lucano di giovani imprenditori che puntano sull’innovazione.

La Fondazione, presieduta da Francesco Somma, lancerà a breve un bando di selezione di nuove idee, garantendo percorsi di assistenza e di tutoraggio per realizzare progetti di business e connettere le nuove imprese ai mercati, facilitandone la crescita e lo sviluppo.

Tra gli interventi quello dell’Amministratore Delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, che ha evidenziato i risultati positivi di crescita della Basilicata sul fronte dell’innovazione e delle nuove imprese giovanili:”Il Sud ha ricominciato a crescere più del resto del Paese e la Basilicata si distingue con performance superiori. L’appuntamento con Matera 2019 è un’occasione di sviluppo che non dovrà durare solo un anno”.

All’evento hanno preso parte, tra gli altri, anche Teresa Bellanova, Vice Ministro allo Sviluppo economico, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e Giovanni Malagò, presidente del Coni che, forse senza ricordarsi della presenza in terra lucana di un campo federale di golf a 18 buche, ha suggerito di “puntare anche su sports di nicchia per favorire il decollo di una delle regioni più belle d’Italia”.

Legame e fiducia nella propria terra, insomma, il filo conduttore della neonata fondazione. Cioè esattamente i valori che hanno accompagnato la lunga carriera di Faustino Somma, scomparso nel 2014 ed indiscusso protagonista del suo tempo in diversi ambiti e realtà. “Essa si prefigge – ha dichiarato uno dei figli, Ernesto Somma – l’affiancamento ai temi della ricerca e innovazione per il rilancio regionale”. “Una nuova eco lungimirante – ha rimarcato in apertura il componente lucano dello Svimez, Vincenzo Viti – nel più ampio palcoscenico del mezzogiorno, ragionando su come restituire risorse materiali e immateriali alle nuove generazioni”. Parola, tra gli altri, a Filippo Bubbico, Vito De Filippo e Marcello Pittella, ultimi governatori lucani che hanno sottolineato rispettivamente l’esigenza di irrobustire le politiche pubbliche, dare slancio alla sfida vinta di Matera 2019 e messa a valore dei tratti distintivi territoriali: ambiente, energia, cultura e turismo, industria e terzo settore. Esigenze che andrebbero perseguite da loro in primis, atteso che la terra lucana ha partorito figli del calibro di Faustino Somma che hanno lavorato e dedicato i loro migliori anni allo sviluppo di questa terra. Ciò che sono mancate sono state proprio delle politiche mirate a supportare tutto questo e, purtroppo, se ne rende conto chiunque arrivi proprio nei due capoluoghi per via delle condizioni inaccettabili in cui versano da anni le nostre infrastrutture. E, forse, fatto salvo l’affetto ed il ricordo, tutti “i lucani che contano” hanno voluto rivedersi tutti insieme sotto la nostalgia per il futuro che sognano da troppo tempo.

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